I droni per il riconoscimento facciale: che cosa ci aspetta in futuro?

Alcune imprese di sorveglianza di Israele sono al lavoro per progettare e dare vita a droni avanzati caratterizzati dalla capacità di garantire il riconoscimento facciale. Si tratta di una tecnologia – a dire il vero controversa e oggetto di dibattiti – che entro breve tempo potrebbe essere utilizzata anche negli Stati Uniti dalla polizia, che vorrebbe implementarla per i suoi dispositivi volanti. 

Una startup israeliana che tempo fa ha ottenuto dei finanziamenti da Microsoft ha sviluppato e brevettato delle tecnologie in questo campo, a dimostrazione di come l’identificazione biometrica aerea sia ormai una realtà imminente.

Le richieste di brevetto

AnyVision è un’impresa che ha sede in Israele, a Tel Aviv, e a sua volt ha presentato nell’agosto del 2019 una richiesta di brevetto. In questo documento viene analizzata in maniera dettagliata la tecnologia di cui ha bisogno un drone per individuare la migliore angolazione che gli consenta di realizzare immagini finalizzate al riconoscimento facciale; dopodiché si cerca un riscontro tra le facce conservate in archivio e il bersaglio. In gergo tecnico si parla di posizionamento adattivo dei droni finalizzato a garantire un riconoscimento facciale potenziato.

I problemi da risolvere

In virtù di questo brevetto si cerca di risolvere alcuni dei problemi che possono essere correlati all’identificazione dei volti effettuata con i dispositivi volanti. Nel momento in cui si tenta di effettuare un riconoscimento mediante un drone, in effetti, ci si ritrova alle prese con diversi problemi, per altro facili da intuire. Mentre la macchina si libra o è in movimento è necessario ottenere delle immagini di qualità per quanto possibile elevata da angolazioni che permettano di vedere i volti in maniera distinta. Tale obiettivo risulta più semplice da raggiungere nel caso in cui si debbano cercare dei riscontri usando filmati statici.

Le soluzioni all’orizzonte

In America, le agenzie militari sono al lavoro in cerca di soluzioni. La Iarpa, in particolare, ma anche la Socom: entrambe si stanno dando da fare per raggiungere traguardi importanti nel settore del riconoscimento facciale e biometrico.

La Iarpa è l’Intelligence Advanced Research Projects Activity, mentre la Socom è la United States Special Operations Command.

Insomma, a livello statale si è sul pezzo, ma la sensazione è che sarà l’industria privata ad arrivare al traguardo per prima. Qualche tempo fa è stato reso noto l’accordo stretto tra AnyVision e Rafael, che è fornitore della Difesa israeliana, con l’obiettivo di una joint venture denominata SightX.

SightX e non solo

I media israeliani alla fine dello scorso anno hanno ricevuto demo che mostrano come i droni di SightX non siano in grado di assicurare il riconoscimento facciale, ma i dirigenti hanno dichiarato che questa funzione potrebbe essere implementata nel giro di poco tempo. Al momento, però, non si sa se la tecnologia sarà messa a disposizione anche delle forze di polizia o sarà unicamente a uso militare, e non sono giunte dichiarazioni in tal senso né da parte di Rafael né da parte di SightX. Appare evidente, comunque, che manchi poco al lancio della tecnologia, e anche se adesso non è ancora stata avviata la produzione i droni che garantiranno il riconoscimento facciale si diffonderanno ben presto.

A che cosa serviranno i droni

Non è detto, comunque, che la sorveglianza sarà il solo ambito per il quale questi droni potranno essere impiegati, in modo particolare nelle smart city. Un esempio è offerto dalle consegne: per avere la certezza di raggiungere il cliente giusto ci potrebbe essere bisogno del riconoscimento facciale. Una tecnologia di questo tipo è già stata messa a punto da Amazon: il futuro è già qui.

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